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Snowli

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Non molto tempo fa, uno strano essere bianco, con due grandi occhi e due lunghe orecchie proveniente da chissà quale pianeta, attraversò l'intero universo ed atterrò sulla terra.
Il viaggio era stato lunghissimo, interminabile e faticoso; ma si concluse, per sua fortuna, su una soffice coltre di neve e davanti ad un pupazzo di neve molto meravigliato!

Ebbe così inizio la storia si SNOWLI…


COLORA SNOWLI

CANGURO

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ORSO

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PINGUINO

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SERPENTE

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SNOWLI

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LA STORIA DI SNOWLI

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SNOWLI E LA SCOPERTA DEL «PIANETA NEVE»

LA SCOPERTA DELLA NEVE

Uno strano essere bianco di nome Snowli, proveniente da chissà quale pianeta, atterrò un giorno su una soffi ce coltre di neve accanto ad un pupazzo di nome Nasolungo. I due fecero subito amicizia. La neve per Snowli era una grande novità. Bianca e delicata come lui, ma stranamente fredda. Nasolungo gli raccontò la storia dei fi occhi di neve e delle magiche pennellate che coloravano di bianco la terra.
Il pupazzo viveva in un villaggio dove gli alberi si ergevano maestosi e ad ogni colpo di vento i prati cambiavano forma invitando Snowli a tuffarsi nelle onde fatte di neve. Nasolungo, che era una miniera di informazioni, spiegò a Snowli come sulla neve fosse possibile muoversi meglio grazie a degli strani attrezzi. Nel frattempo lo accompagnò in una casetta di legno che si trovava lì vicino. Gli diede una deliziosa bevanda calda, due biscotti e accese un fuocherello. Lo coprì con una sciarpa talmente grande che lasciava liberi solamente i due occhioni. Gli diede anche delle calze di lana, due scarponcini, un paio di guanti, occhiali da neve e una cuffia.
Improvvisamente il calore del locale consigliò a Nasolungo di abbandonare l‘abitazione. Infatti si stava lenta- mente sciogliendo! Snowli, stanco del lungo viaggio e imbacuccato nei vestiti, si addormentò vicino al camino contento di avere imparato tante cose nuove ed interessanti. Sprofondò in un sonno intenso. Il pupazzo non lo vide più uscire di casa per parecchi giorni.

SNOWLI E LA SCOPERTA DEL «PIANETA NEVE»

Uno strano essere bianco di nome Snowli, proveniente da chissà quale pianeta, atterrò un giorno su una soffi ce coltre di neve accanto ad un pupazzo di nome Nasolungo. I due fecero subito amicizia. La neve per Snowli era una grande novità. Bianca e delicata come lui, ma stranamente fredda. Nasolungo gli raccontò la storia dei fi occhi di neve e delle magiche pennellate che coloravano di bianco la terra.
Il pupazzo viveva in un villaggio dove gli alberi si ergevano maestosi e ad ogni colpo di vento i prati cambiavano forma invitando Snowli a tuffarsi nelle onde fatte di neve. Nasolungo, che era una miniera di informazioni, spiegò a Snowli come sulla neve fosse possibile muoversi meglio grazie a degli strani attrezzi. Nel frattempo lo accompagnò in una casetta di legno che si trovava lì vicino. Gli diede una deliziosa bevanda calda, due biscotti e accese un fuocherello. Lo coprì con una sciarpa talmente grande che lasciava liberi solamente i due occhioni. Gli diede anche delle calze di lana, due scarponcini, un paio di guanti, occhiali da neve e una cuffia.
Improvvisamente il calore del locale consigliò a Nasolungo di abbandonare l‘abitazione. Infatti si stava lenta- mente sciogliendo! Snowli, stanco del lungo viaggio e imbacuccato nei vestiti, si addormentò vicino al camino contento di avere imparato tante cose nuove ed interessanti. Sprofondò in un sonno intenso. Il pupazzo non lo vide più uscire di casa per parecchi giorni.
Snowli, sognando, si indirizzò verso la foresta; dietro un albero vide un orso che stava facendo strani esercizi: si muoveva sugli sci e, malgrado fosse un animale pesante, non sprofondava! Snowli si fece coraggio e gli domandò cosa stesse facendo. - «Sto giocando con la neve: mi sposto, mi giro, cammino in avanti e indietro! Vuoi provare anche tu?» disse l‘orso. - «E perché no!» rispose Snowli. Provò con gli sci e con lo snowboard, si divertì un mondo. Giocarono a rincorrersi.
Snowli imparò in fretta a scappare e a nascondersi dietro gli alberi! L‘orso gli diede tanti consigli e Snowli si sentì lui stesso un piccolo orsacchiotto. Ad un tratto si trovò davanti un bellissimo pendio in leggera discesa. Incominciò a scivolare e prese velocità: non si fermava più! Chiuse gli occhi dalla paura e quando li riaprì sentì la velocità diminuire, tirò un sospiro di sollievo, si guardò intorno e con grande stupore si trovò davanti un pinguino! Snowli si trovò in un fitto bosco dovendo schivare un albero dietro l‘altro.
Scivolare, frenare, spostarsi, non bastava più! Doveva imparare a curvare! «Non sono capace di girare!» gridò forte, come se qualcuno potesse sentirlo e aiutarlo. «Non preoccuparti ti insegnerò io!» disse qualcuno che penzolava da un ramo. Snowli guardò verso l‘alto e rimase con la bocca spalancata. «Un serpente?» riuscì a malapena a pronunciare il nome. - «Mamma mia che spavento!» – Il pinguino, gentilmente, gli insegnò a scivolare con gli sci e con lo snowboard e Snowli imparò ad affrontare i pendii in velocità. Anche a frenare! Il pinguino gli diede tanti consigli e Snowli si sentì lui stesso un piccolo pinguino.
Durante una discesa si sentì mancare la neve sotto le zampe e disse: «Ma io non so saltare e nemmeno volare!» Per fortuna riprese subito contatto con la neve e si tranquillizzò. Ma chi apparve improvvisamente davanti ai suoi occhi? Un canguro! «Ehi piccolo, vuoi imparare a saltare?» domandò il canguro. «Certo, mi insegnerai anche a volare?» rispose Snowli con entusiasmo. «Volare forse no, ma ti farò divertire!» Il canguro aveva preparato una serie di gobbe di cammello e di trampolini: a Snowli, sembrava di toccare il cielo con un dito e di avere la sensazione di non atterrare mai. Il canguro gli diede tanti consigli e Snowli si sentì lui stesso un piccolo canguro. Snowli aggirava tutti gli ostacoli con facilità, frenava per ammirare le montagne e si spostava seguendo le impronte degli animali del bosco.
Prima di salutare il canguro, Snowli decise di effettuare un ultimo salto. Saltò così in alto che gli sembrò di ritrovarsi nello spazio e di dirigersi di nuovo verso casa. «No, non ancora! Voglio rimanere sulla terra! Voglio imparare ancora tante cose!» urlò Snowli. Si agitò a tal punto che si svegliò. Il suo bellissimo sogno era finito e, improvvisamente, si ritrovò nella casetta del villaggio. Faceva caldo. Fuori il pupazzo era tornato immobile come il suo naso di carota. Il serpente era talmente simpatico che in un batter d‘occhio lo trasformò in un perfetto campione! Spiegò a Snowli come evitare gli ostacoli del bosco. Curve a sinistra, curve a destra, curva a marcia indietro. Facevano a gara a chi arrivava prima: uno con gli sci e l‘altro con lo snowboard. Il serpente gli diede tanti consigli e Snowli si sentì lui stesso un piccolo serpente.
Snowli si stiracchiò e si sentì strano. Molto strano. Si mise a sedere ed ebbe la sensazione che il suo corpo fosse diventato più robusto. Spostò la coperta e vide che ... ... le zampette erano diventate blu e così robuste che sembravano quelle di un canguro. ... la parte superiore del corpo era diventata di color arancione e sembrava quella di un pinguino. ... le braccia erano diventate gialle, pelose e sembravano quelle di un orso.
Si voltò e ... vide spuntare la coda rossa di un serpente. Andò allo specchio e con suo grande stupore constatò che la sola cosa che era rimasta al suo posto era la testa. La sua testa, bianca, morbida, con i due grandi occhi che gli ricordavano che era proprio lui. Il suo corpo si era però trasformato negli animali che aveva incontrato nel sogno e che gli avevano insegnato a divertirsi sulla neve con gli sci e lo snowboard.
Dopo un attimo di esitazione decise di uscire dalla casetta e di dire tutto a Nasolungo. Appena fuori tanti bambini lo accolse- ro con una simpatica canzone. Volevano imparare a sciare e surfare e domandavano tutti un solo compagno d‘avventura: Snowli.
Nasolungo non si era più mosso, ma alcuni bimbi del villaggio giuravano di averlo visto ridere e di essersi persino sistemato la carota che stava cadendo. Snowli, nel frattempo, insegnava a tutti ed era capace di eseguire qualsiasi fi gura gli si chiedeva. Spostarsi con facilità, scivolare, frenare, curvare e saltare. Inventare «cose matte» era diventata la sua specialità!
Al villaggio sulla neve si racconta che un giorno Snowli, dopo aver insegnato a moltissimi bambini tante avventure sulla neve, ritornò sul suo pianeta, dal- la sua famiglia, per raccontare la fantastica avventura sulla terra.
La sera si addormentò con accanto i fratellini e le sorelline e la mattina dopo si svegliò con un corpo piccolo, bianchissimo e con due occhioni grandi che brillavano come se fossero due cristalli di neve!

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